Qualcuno li chiama calzoncelli, in dialetto son conosciuti con il termine di cazuncielli, altri pasticelle, altri ancora ravioli di castagne, gli ingredienti sono quasi sempre simili, variazioni sul tema per l’aggiunta dei liquori, c’e’ chi utilizza lo “Strega” chi l’anice, scuole di pensiero diverse sull’aggiunta di pere sciroppate, chi mette l’uva sultanina, chi i canditi, sono dolci natalizi tipici del salernitano, tanto buoni quanto elaborati, ma si conservano per molti giorni e, generalmente chi li fa a natale li mangia fino a capodanno.
Ingredienti per la sfoglia:
– 1 Kg di Farina
– 4 Uova (3 Tuorli e 1 intero)
– 2 Cucchiai di zucchero
– Un pizzico di sale
– Un bicchiere di olio d’oliva
– Un bicchiere di succo d’arancia
– Per impastare usare spumante dolce
per l’imbottitura:
– 500 g di Castagne
– 500 g di cioccolato fondente
– 500 g di zucchero
– Pinoli
– Uva sultanina (precedentemente ammollata e asciugata)
– 3 tazze di caffè
– Una bustina di cannella
– una bustina di vanillina
– 100 g di cacao amaro
– 2 pere sciroppate (passate al setaccio)
– Una tazzina di Cointreau o Strega
Esecuzione:
Il giorno precedente lessate le castagne e passatele al setaccio, aggiungendo il cioccolato fondente a scaglie e tutti gli altri ingredienti. Mettete tutto sul fuoco e rimestate per circa mezz’ora. Fate raffreddare il composto (Una notte in frigo).
calzoncelli, cazuncielli o pasticelle
Dopo aver fatto la sfoglia (usando la macchina della pasta), ricavatene le formine con l’aiuto di un bicchiere, e mettete mezzo cucchiaio di ripieno, fate aderire la parte superiore schiacciandola bene intorno affinchè il ripieno non fuoriesca.
Con un coltellino realizzate delle incisioni tutt’intorno al dolce. Se questo non dovesse risultare difficile e non riuscire, sigillatelo con i rebbi di una forchetta.
Riscaldate abbondante olio e friggetene pochi per volta affinchè si cuociano uniformemente. Passateli su carta assorbente, e conditeli con miele e confettini colorati.
Il film d’animazione “Il gatto con gli stivali” per la regia di Chris Miller doppiato anche nelle versione italiana da Antonio Banderas,ha inagurato a Sorrento la 34esima edizione delle Giornate professionali del cinema. il principale incontro dell’industria cinematografica nazionale.
Il Gatto con gli Stivali guest star per l’accensione dell’albero in piazza Tasso a Sorrento
La manifestazione continuerà fino a sabato 3 dicembre con ulteriori appuntamenti in tema programmati dalla Città di Sorrento
Antonio Cafiero e il suo “dolce” Gatto
Il protagonista del film di natale ha salutato in piazza tasso la folla e, nell’ambito della manifestazione “M’illumino d’inverno” , ed ha accesso le luminarie del grande albero di natale presente anche il sindaco Giuseppe Cuomo ed il presidente della Universal Richard Borg
Ed ancora una volta protagonista dell’evento anche il nostro Antonio Cafiero, che dopo
aver realizzato il presepe in cioccolato ispirato a Benvenuti al Nord ha impiegato tutto il suo estro creativo e bravura per la preparazione di una mega deliziosa torta riproducente le fattezze del protagonista del film, degustata poi da tutti i presenti in piazza.
A Sorrento alla Pasticceria Primavera il presepe di cioccolato ispirato a Benvenuti al Nord
Il presepe di “Benvenuti a Nord” realizzato da Antonio Cafiero
Lo scorso anno l’eclettico Antonio Cafiero, titolare della nota pasticceria “Primavera”di Sorrento ci sbalordì con la creazione di un presepe dedicato al film campione di incassi di questa stagione “Benvenuti a Sud”
Anche quest’anno Antonio ci ha voluto sorprendere ideando un presepe per la cui realizzazione sono occorsi circa 400 kg di cioccolato, e la cui lavorazione è cominciata nel mese di ottobre coadiuvato dai suoi appassionati e bravissimi collaboratori, Antonio, Nicola, Silvanae Luigi.
Matador Cavani in cioccolato
La scelta è caduta quest’anno sul nuovo film del regista Luca Miniero, e cioe’ “Benvenuti a Nord” che sarà nelle nostre sale da gennaio 2012.
Nel goloso scenario sono stati realizzati da Antonio e la sua equipe i monumenti più rappresentativi del Nord Italia, come il Duomo diMilano per la cui realizzazione ci son voluti circa 60 kg di cioccolato, la Mole Antonelliana, il Balcone degli innamorati più famosi del mondo: Romeo e Giulietta, in rappresentanza della città di Verona, la Torre di Pisa realizzata tutta in cioccolato bianco, mentre al centro del paesaggio troneggia un Colosseo, vetusta e storica arena nel cui centro, Antonio, grande tifoso dal cuore azzurro, ha collocato un “moderno gladiatore” e cioè l’attaccante del Napoli, il “Matador Cavani”.
Il trenino carico di struffoli Napoletani
Attorno al presepe gira un trenino che trasporta un gustoso carico di struffoli, dolce tradizionale natalizio campano che dal profondo sud arriva al nord, a raccontare un Italia che si unisce nella dolcezza.
Per l’occasione, durante il periodo delle feste, alla gelateria Primavera sarà possibile degustare anche tanti dolci tipici del Natale, non solo della tradizione locale ma anche internazionale come i celeberrimi gingerbread.
Il presepe sarà in esposizione fino al 6 gennaio 2012
Per ulteriori approfondimenti vi invito ad ascoltare l’intervista che Antonio ha rilasciato a Massimiliano Garavini, di Ravegnana Radio, del circuito “In Blu” all’interno del suo seguitissimo programma “Musica & Parole”
Agriturismo “L’Angolo di Paradiso” di Giusy D’Antuono Info e prenotazione al 3382471045 Euro 30 a persona tutto incluso
Accoglienza ore 12.30 Degustazione a partire dalle ore 13
Parcheggio interno
Olimpia Lombardo
Responsabile “Lady Chef” Penisola Sorrentina ( compartimento della Federazione Italiana Cuochi, che ha come scopo la divulgazione del patrimonio gastronomico italiano) Aderente alla Slow food
Angie Cafiero gastroscrittrice
presentano
…Aspettando il Natale
Bollicine di benvenuto…
Frittura di zeppoline e “scagluozzi”
Insalata di Rinforzo
Caciottina aromatizzata ai sapori di Sorrento
‘a Scarola ‘mbuttunata
‘a Menesta maritata
Ziti di Gragnano spezzati con “o’ rrau’” Napoletano e scaglie di provolone del Monaco
‘e purpette ra nonna con tortino di mallone
Dolci della Tradizione
‘o cafè e liquori tipici
Piatti della tradizione napoletana
Un viaggio cultural-gastronomico tra le tradizioni napoletane e la buona tavola saggiando e raccontando le consuetudini alimentari, e, percependo i gusti ed i piatti tipici della nostra terra
Olimpia Lombardo, Angie Cafiero, Giusy D'Antuono
Il menù della tradizione natalizia napoletana e campana, e’ legato, inevitabilmente al celeberrimo Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, nobile napoletano che coltivava con passione il suo hobby per la cucina, ed autore di uno dei primi testi dedicati alla cucina della nostra regione, “La cucina teorico pratica” stampato per la prima volta a Napoli nel 1837.
Il Cavalcanti ha dedicato gli ultimi cinque lustri della sua vita alla stampa e alle nove ristampe, tutte diverse, del suo ricettario, lasciando un segno indelebile nella cucina tradizionale napoletana. La sua opera è divisa in due parti: la prima in italiano, per nobili e ricchi borghesi, la seconda in dialetto napoletano, per il popolo e la borghesia. Inoltre c’e’ una intera sezione, redatta in dialetto napoletano anche dei piatti per le ricorrenze importanti dell’anno: Natale, Capodanno, Pasqua ecc.
Anche noi abbiamo cercato di proporre qualcuno dei piatti del suo menù tradizionale, come i tradizionali scagluozzi, a forma di piccoli triangoli, tipici delle friggitorie tipiche napoletane, o, come l’insalata di rinforzo e ‘a scarola mbuttunata, aggiungendo pietanze che pur facendo parte della gastronomia tradizionale napoletana, non rientrano tra quelle del tradizionale banchetto del 24 dicembre, ed infatti abbiamo voluto inserire il famoso “’rrau’” napoletano decantato anche dal grande Eduardo in una sua poesia che recita: Il ragù non è la carne ca’ pummarola.
Per la seconda portata la nostra scelta è caduta sulle tradizionali polpette amate da grandi e piccini, le polpette da sempre hanno rappresentato l’opportunità di recuperare il pane raffermo e di acquistare tagli “minori” di carne. Non è difficile prepararle, come sempre l’ingrediente essenziale per la riuscita di un piatto e’ la passione, accompagnate da un tortino di mallone, piatto della cucina contadina, che un tempo veniva realizzato utilizzando misto di erbe selvatiche di montagna (carboncello, caccialepre, finocchiettoselvatico, cicoria, scarolella,rosolaccio), queste venivano poi lessate, strizzate e successivamente rosolate in padella con patate lesse schiacciate con la forchetta e con pezzi di pane raffermo; il tutto in un soffritto abbondante di olio extravergine di oliva, aglio e peperoncino.Attualmente lo si prepara con i broccoli.. Ed infine puntando sempre sulle memorie gastronomiche delle nostre genti, stuzzicheremo e sorprenderemo il vostro palato con un delizioso goloso finale con i dolci della tradizione, caffè e liquori tipici.
Accompagnerà la degustazione una piccola illustrazione sulla storia dei piatti proposti a cura di Angie Cafiero
L’autunno incede, e con lui la voglia di ritrovare i sapori tipici della stagione fredda. E’ picevole tornare a casa e trovare un gustoso piatto della nostra tradizione, preparato a regola d’arte.
Polpette al pomodoro
amate da grandi e piccini, le polpette da sempre hanno rappresentato l’opportunità di recuperare il pane raffermo e di acquistare tagli “minori” di carne. Non è difficile prepararle, come sempre l’ingrediente essenziale per la riuscita di un piatto e’ la passione
Questo e’ un piatto che si può conservare per il giorno successivo.
Con il sugo potrete condire la pasta, e’ preferibile quella corta ed avere un eccellente primo.
Ingredienti per 8 persone: Per il sugo:
– olio extravergine d’oliva
– 1 cipolla piccola
– passata di pomodoro (meglio se fatta in casa!)
– concentrato di pomodoro
– sale
– basilico
Per le polpette:
– 300 gr. di carne di maiale macinata
– 300 gr. di carne bovina macinata Va benissimo il II° taglio)
– 3 uova grandi oppure 4 piccole
– parmigiano reggiano grattugiato q.b
– 1 spicchio d’aglio tritato finemente
– una generosa manciata di pinoli
– una generosa manciata di uva passa
– 150 gr. di pane raffermo
– latte intero
– sale
– prezzemolo tritato
Esecuzione:
Preparate il sugo, facendo appassire in pochissimo olio la cipolla affettata sottilmente. Quando inizierà a dorarsi, aggiungere 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro diluito in acqua tiepida. Fate cuocere per pochi minuti ed aggiungete 1 lt. di passata di pomodoro. Riportare ad ebollizione a fate cuocere a fuoco lento, facendo attenzione a che il sugo “pappolei”, vale a dire che sobbolla.
Nel frattempo, preparate le polpette.
Mettete il pane raffermo a bagno nel latte.
Sistemate le carni in una capiente terrina, rompete le uova ed impastate bene con le mani. Aggiungere il pane bene strizzato, l’aglio finemente tritato, il prezzemolo, il parmigiano, una pochissimo sale, i pinoli e l’uvetta.
Tradizionalmente mio papà aggiungeva uva passa e pinoli, ma sono ottime anche senza, soprattutto se destinate ai bambini che magari storciono il naso.
Impastate a lungo con le mani, per amalgamate alla perfezione tutti gli ingredienti.
Fate riposare il composto per almeno una venina di minuti
Formate delle polpette piuttosto grandi, che friggerete in abbondante olio extravergine bollente.
Fate asciugare le polpette sulla carta assorbente.
Quando saranno intiepidite, tuffatele nella salsa di pomodoro (che continua a sobbollire), e fatele cuocere per un’ora e fate poi raffreddare.
Con il sugo potrete condire pasta corta (mezzani, eliche, fusilli etc.), ma se volete attenervi alla rigorosa tradizione partenopea, dovrete usare gli ziti, che spezzerete prima di lessarli.
Se volete evitare la frittura, potrete cuocere le polpette nel forno, adagiandole su una teglia antiaderente, oppure direttamente nel sugo.
Per una gustosissima e preziosa ricetta delle polpette napoletane, vi rimando al Blog del grande Raffaele Bracale
Chi è Sam Stoner? Uno scrittore? Un investigatore? Un giornalista? Un avvocato? Nessuno lo sa con esattezza, ma qualsiasi cosa egli sia, dietro al sostantivo ci sta bene l’aggettivo “privato”.
Ecco per tutto quel che volete conoscere di lui, vi invito a proseguire la lettura della sua biografia non autorizzata sul suo Blog
Quanto segue, è quanto ho raccolto, così come mi ha rilasciato la sua intervista così io l’ho pubblicata…;-) Senza alcuna forma di censura, non è mia abitudine farne soprattutto con un personaggio del genere che va preso a piccole dosi…semplicemente perchè, soprattutto il pubblico femminile potrebbe farne assuefazione…:-)
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Sam: – È fondamentale, non posso scrivere se non sono sazio.
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirato a qualcosa di gastronomico? Sam: – In ogni romanzo sono presenti piatti. C’è sempre un personaggio che cucina.
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene Sam: – Mangiare bene significa soddisfare i sensi con piatti composti da ingredienti di qualità. Niente zozzerie da McDonald’s.
Angie: – Le tue esperienze artistiche e lavorative? Sam: – Ho fatto l’impresario di un circo, il direttore di centri benessere, il direttore di giornale, ideatore di siti di prostituzione on line (purtroppo falliti), il giornalista, l’agente immobiliare e l’organizzatore di eventi. Mi spiace per il sito on line, fare il pappa è un lavoro affascinante.
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove? Sam: – Preferisco le Osterie romane e le fraschette.
Angie: – Sei mai stato a dieta? Sam: – A dieta di cosa? Di passere mi è capitato. Sono un sessuomane, ma in cura.
Angie: – Meglio carne o pesce? Sam: – Carne, possibilmente nei punti giusti: fianchi e seno. Il pesce lo lascio a chi predilige l’articolo.
Angie: – Se fossi un dolce, quale sareste? Sam: – Un tiramisù.
Tiramisù
Angie: – Vino? Sam: – Astemio, tranne quando sono ubriaco.
Angie: – Il tuo punto debole Sam: – Debole? Che significa?
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa? Sam: – Nel frigo c’è sempre qualche pezzo di cadavere e nella dispensa una storia al profumo di polvere da sparo.
Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? Sam: – Tra i fornelli posso esercitare la mia natura Divina: creo! La mia creazione preferita
Bucatini all’amatriciana
è l’Amatriciana.
Angie: – E quello che ti piace mangiare? Sam: – Amatriciana e pasta e fagioli.
Angie: – Come ti definiresti a tavola? Sam: – Un rompicoglioni.
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai Sam: – L’ideale è quella servita sul corpo nudo di una giapponesina, quella che faccio sa di cicche, rhum e Gentilini.
Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace? Sam: – Sono goloso di pasta condita ad hard boiled. La pasta è tosta, è da machi. Non mi piacciono le cremine da nouvelle cousine effeminata.
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito? Sam: – Il profumo del ragù è più eccitante di una donna nuda.
Angie: – Limone o aceto? Sam: – Aceto.
Angie: – Non puoi vivere senza… Sam: – Tutto.
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare Sam: – Conta saper cucinare, dare alla donna un piatto manipolato dalle mie mani è fottutamente erotico. Quando mangia, io entro in lei.
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori Sam: – Non si rivelano le ricette, ma se mi chiedete un piatto ve lo cucino e ce lo mangiamo insieme.
Angie: – L’ultimo libro che hai letto? Sam: – Ho ultimato Bunker di Stark
Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici… Sam: – Wake up everybody interpretata da John Legend & The Roots.
Angie: – Hobby? Sam: – Godere la vita.
Angie: – Se fossi un personaggi mitologico chi saresti? Sam: – Sam Stoner.
Angie: – Qual è il sogno più grande? Sam: – Quello che vivo.
Angie: – Cosa ti dicono più spesso? Sam: – Qualche donna mi dice “scopami”, per il resto sono insulti.
Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoca? Sam: – La sposerei, una cuoca. A trovarla.
Angie: – Un piatto della tua infanzia Sam: – Da piccolo mi piaceva il ciambellone il plumcake farcito con crema e cioccolata fatta in casa.
Sam ed il suo ciambellone
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina? Sam: – Deve esistere. Non ci sono piatti e ingredienti al di fuori di quelli regionali italiani.
Pizza
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Sam: – La pizza margherita, creata a Napoli per la Regina.
Angie: – Dopo la cucina italia, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale? Sam: – Non esiste una cucina internazionale ma una spazzatura internazionale. Noi italiani ci deliziamo, tutti gli altri si riempiono lo stomaco.
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Sam: – Ho ultimato due romanzi e sto scrivendo dei racconti per alcune riviste e uno per il concorso Corpi Freddi. Non so se passerò ma voglio far scompisciare a suon di battute e morti chi mi leggerà.
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico? Sam: – Indigesto.
Sam Stoner
Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi? e Di Pietro? Sam: – Berlusconi è una torta nuziale, scintilla ma ti rimane indigesta a vita; Di Pietro è un torta rustica farcita con figli da raccomandare.
Angie: – La cucina ti ha mai tradito? Sam: – Mai.
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita? Sam: – Non ne ho una oltre vivere.
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta. Sam: – Sam, ma chi ti credi di essere? Quello che ti spezza, ti cucina e ti mangia. E già sai dove andrai a finire…
Il corso avrà la durata di 30 ore di lezione, tenute da un cuoco cinese, insieme con un interprete ed un coordinatore, suddivise in 10 lezioni di circa 3 ore ciascuna, che si terranno il mercoledì pomeriggio dalle 17 alle 20 nel locale “La Volpe Sbronza” in Via Martucci 61.
L’inizio del corso è prevista con ogni probabilità il 23 novembre o la settimana successiva. Il costo del corso è di complessive 400 euro e, prevede un numero massimo di 10 allievi, è necessario inviare una preiscrizione all’indirizzo: ciglianoml@libero.it.
Sulla base dell’ordine di arrivo delle preiscrizioni si forniranno agli interessati le informazioni necessarie per l’iscrizione ed il bonifico.
CORSO DI CUCINA CINESE
Programma
(il programma potrà subire di volta in volta alcune variazioni)
1 lezione
Presentazione del corso
Il riso
Cottura del riso a vapore, tecnica per saltare in padella il riso
Preparazione di 2 piatti di riso: riso cantonese, riso saltato con verdure,
preparazione di 2 piatti di verdure: verdure miste saltate in padella, uova saltate con piselli
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
2 lezione
Le carni 1
Metodi di taglio, di marinatura e di cottura delle carni
Preparazione di 4 piatti di carne:
Pollo alle mandorle, pollo piccante con arachidi, spezzatino di manzo alla soya, maiale con peperoni
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
3 lezione
Le carni 2
Metodi di marinatura e frittura delle carne macinata
Preparazione di 3 piatti di carne:
polpette “teste di leone”, polpettine in brodo di cavolo cinese, spuntature di maiale marinate alla soya
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
4 lezione
L’anatra
Metodi di taglio, marinatura e cottura dell’anatra
Preparazione di 2 piatti con anatra:
Anatra ai 5 aromi, anatra alla soya
Preparazione di 2 piatti di verdura: verdure saltate con funghi e doufu, melanzane piccanti alla Sichuanese.
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
5 lezione
Il pesce
Metodi di taglio, incisione, marinatura e cottura del pesce
Preparazione di 3 piatti di pesce:
pesce a vapore, gamberi saltati in padella, calamari e sedano
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
6 lezione
La pasta 1
I ravioli nella tradizione cinese
Preparazione della pasta e del ripieno dei ravioli: ravioli di carne, ravioli vegetariani
Involtini primavera
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
7 lezione
La pasta 2
Gli spaghetti nella tradizione cinese
Spaghetti di riso, spaghetti di soya, spaghetti di farina
Preparazione di 3 piatti di spaghetti: spaghetti saltati in padella con verdure e carne o pesce, spaghetti fritti, spaghetti “Formiche sull’albero”
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
8 lezione
I piatti della tradizione
Preparazione e cottura degli “gnocchi cinesi”: zuppa di gnocchi e germogli di bambù
Pesce ai cinque colori, pesce “scoiattolo”
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
9 lezione
I dolci
Preparazione della pasta e decorazioni
Dolci al vapore: preparazione e cottura dei “coniglietti al vapore” e delle “palline ripiene al sesamo” in brodo dolce
Dolcezze alla frutta: macedonia di frutta con funghi bianchi, frutta caramellata
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
10 lezione
Il dolce della tradizione: preparazione del “riso agli otto tesori”
Dettatura degli ingredienti e assaggio finale
“La cerimonia del tè”, dimostrazione e degustazione
Davide Morosinotto, classe 1980 nasce in provincia di Padova e fino alla maggiore età ha vissuto a Este, una cittadina fra i colli sempre in provincia di Padova. Vive da molti anni a Bologna, dove lavora come giornalista e traduttore. Laureato in Scienze della comunicazione con una tesi su Philip K. Dick, grandissimo appassionato di fantascienza. Nel 2004 è arrivato in finale al premio Urania.
Davide Morosinotto
Da alcuni anni si è dedicato alla letteratura per ragazzi: nel 2011 ha pubblicato Il libero regno dei ragazzi (Einaudi Ragazzi) e Maydala Express (Piemme), scritto a quattro mani con Pierdomenico Baccalario. La notte dei biplani è il primo romanzo che pubblica con Fanucci Editore.
Ed anche Davide, come Francesca Battistella ed Elvira Seminara da me intervistate è presente con la sua opera Il libero regno dei ragazzi (Edizioni EL, Einaudi Ragazzi and Emme edizioni, 2011). nei 10 romanzi che hanno preso parte alla seconda edizione di Industry Books, in partnership con l’ IBF il rights centre del Salone Internazionale del libro di Torino e che si avvale della collaborazione dell’Associazione Calipso, dell’AIE, dell’ANICA e dell’APT, nell’ambito di una giornata interamente dedicata ai fruttuosi scambi tra due industrie culturali come quelle dell’editoria e dell’audiovisivo che sempre più assiduamente si incontrano con ottimi risultati.
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Davide: – Moltissimo. Nel senso che io e i miei colleghi “immergenti” organizziamo sempre le nostre riunioni al ristorante. A pancia piena arrivano le idee migliori.
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirato a qualcosa di gastronomico? Davide: – Io scrivo libri per ragazzi e il gusto, i cibi e le bevande, sono importanti per stimolare la fantasia e dare la sensazione di essere davvero nel mondo del romanzo.
Maydala Express
Per questo cerco sempre di inserire qualche piatto tipico dei luoghi in cui sono ambientate le mie storie. Ad esempio in “Maydala Express” (Piemme Battello a vapore, scritto con Pierdomenico Baccalario) abbiamo inserito addirittura il menu di un famosissimo ristorante.
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene? Davide: – Per molti anni ho avuto un’alimentazione abbastanza sregolata e frettolosa, a causa degli impegni di studio e di lavoro, ma soprattutto della pigrizia. Negli ultimi tempi sto cercando di ritagliarmi sempre il tempo per cucinare e mangiare qualcosa di buono: ovvero che abbia ingredienti sani e il giusto equilibrio tra verdure, carni, pasta e pane…
Angie: – Le tue esperienze artistiche e lavorative? Davide: – Sono nato nel 1980, e più o meno otto anni dopo ho deciso che un giorno sarei diventato uno scrittore. Da allora oltre a leggere più libri possibile ho anche provato a scrivere racconti e romanzi, e a partecipare a concorsi. Sono arrivato in finale di qualche premio importante, come il Campiello Giovani nel 1997 o il premio Urania nel 2004. Alcuni anni dopo ho vinto il Mondadori Junior Award e ho pubblicato così il mio primo romanzo, un fantasy per ragazzi che si chiama “La corsa della bilancia”. Dopo quel primo libro ne sono seguiti alcuni altri, “Maydala Express” e “Il libero regno dei ragazzi” (Einaudi Ragazzi), oltre a un romanzo di fantascienza per adulti che è uscito a settembre per Fanucci e si intitola “La notte dei biplani”.
…ebbene si’ sono un ghost writer e sono fiero di esserlo…
In realtà ho scritto anche parecchi altri romanzi, sette o otto, ma sulla copertina non c’è il mio nome… Ebbene sì, sono un ghost writer. E sono fiero di esserlo.
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove? Davide: – Più di uno, a dire la verità. A Bologna, la mia città adottiva, appena posso faccio un salto alla Spaccanapoli: un posto alla buona dove si mangia una pizza eccezionale… e gigantesca, il che non guasta mai.
Mentre adesso sono appena tornato dalla fiera del Lucca Comics & Games, dove ho fatto onore come sempre alla fantastica carne della Griglia di Varrone.
Angie: – Sei mai stato a dieta? Davide: – Parecchi anni fa ho avuto qualche problema con la bilancia. Ora cerco di stare attento…
Angie: – Meglio carne o pesce? Davide: – Sono veneto, quindi carne. Non che il pesce non mi piaccia, eh.
Millefoglie
Angie: – Se fossi un dolce, quale sareste? Davide: – Una millefoglie. Tanti strati.
Angie: – Vino? Davide: – Rosso. Ho un debole per l’Amarone (quando posso permettermelo) e per i vini del sud, Aglianico e Salice Salentino e Primitivo
Angie: – Il tuo punto debole Davide: – Me ne vengono in mente almeno una decina, ma cerco di tenerli segreti il più possibile.
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa? Davide: – In frigo mozzarelle e pomodori, nella dispensa il barattolo del caffè. Cerco di tenerne sempre una bella scorta, senza caffè non riesco a ragionare.
Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? Davide: – Cucinare secondo me è un momento sociale, un rito per stare con le persone a cui tengo. Bisogna avere tempo, stappare una bottiglia di vino, poi cominciare a preparare e intanto raccontarsi le ultime novità, muoversi con calma sgranocchiando magari uno stuzzichino e aspettando che la cena sia pronta.
Forse proprio per questo mi piace preparare carne e pesce alla griglia, all’aperto.
Angie: – E quello che ti piace mangiare? Davide: – Tutte le cose buone.
Angie: – Come ti definiresti a tavola? Davide: – Soddisfatto. Non perché sono goloso (e lo sono), ma perché di solito è il momento di maggior relax della giornata, quello dedicato alle chiacchiere, alle persone.
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Caffè e tiramisù…colazione ideale…
Davide: – La colazione perfetta per me è una tazza di caffè espresso forte e senza zucchero, accompagnato da una fetta di tiramisù del Pompi (dove fanno il tiramisù più buono di Roma e, credo, del mondo intero).
Siccome non vivo più a Roma da un po’, la mia colazione tipica è una tazza di caffè della moka, sempre senza zucchero, e una di quelle tristissime brioche del supermercato.
Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace? Davide: – La pizza è la mia debolezza. Invece non sopporto i formaggi stagionati.
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito? Davide: – Pepe. Basilico. Negli ultimi tempi metterei dappertutto la menta fresca.
Angie: – Limone o aceto? Davide: – Né uno né l’altro, se possibile.
Angie: – Non puoi vivere senza… Davide: – Una montagna di libri da leggere.
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare? Davide: – Credo che il legame ci sia, eccome: sono due dei grandi piaceri della vita.
Secondo me per sedurre l’ideale è cucinare insieme. E se la fase di preparazione va come dovrebbe, poi magari…
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori Davide: – Pasta avocado e zucchine (piatto tipico per quando vengono gli amici a cena e
Pasta avocado e zucchine
non ho molto tempo per spignattare).
Si fa un soffritto di scalogno non troppo carico, si rosolano le zucchine tagliate a rondelle fino a cottura, aggiungendo basilico abbondante.
Si cucina la pasta aggiungendo all’acqua anche una busta di zafferano per darle un colore brillante.
Al termine si scola e si fa saltare la pasta in padella per una manciata di secondi insieme alle zucchine e a una crema preparata schiacciando un avocado con un goccio di succo di limone, pepe e sale.
Angie: – L’ultimo libro che hai letto? Davide: – Incontro nell’abisso di James White. Buona vecchia fantascienza anni ’60.
Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici… Davide: – “Il ballo di San Vito” di Capossela. Salsicce, fegatini, viscere alla brace…
Angie: – Hobby? Davide: – Andare in giro in moto, anche d’inverno.
Angie: – Se fossi un personaggi mitologico chi saresti? Davide: – Non credo di avere la stoffa per fare l’eroe, o la divinità.
Angie: – Qual è il sogno più grande? Davide: – Continuare a fare quello che sto facendo adesso. Viaggiare, leggere, inventare storie…
Angie: – Cosa ti dicono più spesso? Davide: – “Vieni all’aperitivo stasera?”. E di solito rispondo di sì.
Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoca? Davide: – La mia ragazza cucina in modo eccezionale.
Angie: – Un piatto della tua infanzia Davide: – La pearà, una salsa di pane e midollo che serve per accompagnare il lesso ed è un piatto tipico di Verona.
E le lasagne con il ragù e la besciamella, che però in veneto si chiamano “pasticcio”. Chissà perché.
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina? Davide: – In Italia ogni regione (e a volte ogni provincia o città) ha le proprie tradizioni e i propri piatti tipici. Ma il bello della cucina è che unisce, non separa. Non mi piacciono le divisioni.
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Davide: – Forse è una risposta banale, e forse è giusta proprio per questo: la pizza margherita. D’altronde fu creata proprio per festeggiare la regina d’Italia nella sua prima visita a Napoli.
Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale?
Cucina giapponese
Davide: – Adoro la cucina giapponese, a parte il sushi. Mi piace provare cibi nuovi, quindi in realtà potrei fare un elenco bello lungo e con alcune sorprese. Ad esempio, in Finlandia fanno il salmone più buono del mondo.
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo? Davide: – Ho appena finito di scrivere un romanzo fantastico ambientato nel Medioevo, in una città dal fascino irresistibile. Tra poco partirò per un lungo viaggio e ho un nuovo romanzo da scrivere finché sarò lì, è già da molto tempo che raccolgo i materiali preparatori e studio, ormai i tempi sono maturi per iniziare
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico? Davide: – Aglio, olio e peperoncino.
Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi? e Di Pietro? Davide: – Di Pietro secondo me è una zuppa rustica.
Berlusconi mi ricorda quel pezzo di formaggio che si aggira da mesi nel mio frigo: non era buono neanche prima, ma adesso è pure scaduto quindi sarebbe ora di….
Davide Morosinotto
Angie: – La cucina ti ha mai tradito? Davide: – Beh, se non si sta attenti fa ingrassare. Ci vuole moderazione.
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita? Davide: – Cercare di far le cose per bene, tutte, al meglio delle mie possibilità.
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta. Davide: – Ora che l’intervista è finita, che cosa farai? Non vedo l’ora di spegnere il computer e leggere qualche fumetto.
Corrado Soldatini, prima di essere uno degli organizzatori de “La Grande Avventura” insieme a Johnny Pollio, da me già intervistato e ad Andrea Fienga, è mio CuGGino, ebbene si’ c’e’ un legame di sangue che ci unisce, anche se non sono juventina sfegatata come lui e come il resto del parentado.
Ha sempre decantao i suoi famosi purpetielli, ma io non ho mai avuto il piacere di assaggiarli, ma se è per questo anche il Fienga proclama le sue doti cul-in-arie, ma mai mi ha invitato nè a cena ne’ a pranzo, e vuoi vedere che fosse la volta buona che con questa intervista prendo due piccioni con una fava? :-))
Io con Corrado Soldatini che poi è anche mio cugino
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Corrado: – non molto, anche se è meglio non esagerare in quanto è un lavoro sedentario
Angie: – Quanto influisce la gastronomia nel tuo lavoro quotidiano, ti sei mai ispirata ad essa in quello che fai
giornaliermente?? Corrado: – no a aprte lo sfogliare qualche rivista di cucina
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene Corrado: – non dar retta a tutte quelle fandonie sul mangiar sano, ma non rinunciare ai condimenti ed ai sapori forti
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove? Corrado: – vari, ma preferisco non rispondere
Angie: – Sei mai stata/o a dieta? Corrado: – si per uno o 2 giorni
Angie: – Meglio carne o pesce? Corrado: – entrambi, non ho preferenze in particolare
Profiteroles
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti? Corrado: – profiteroles
Angie: – Vino? Corrado: – rosso
Angie: – Il tuo punto debole Corrado: – la pasta Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Corrado: – parmigiano
Angie: – L’aspetto che ti attira di più del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? Corrado: – il consenso su la mia cucina, Purpitielli alla corrado
Angie: – Quello che ti piace mangiare? Corrado: – Pasta
Angie: – Come ti definiresti a tavola? Corrado: – esagerato
Angie: – Di cosa sei più golosao? e cosa proprio non ti piace? Corrado: – ripeto pasta e primi piatti in generale, cosa non mi piace? il fegato
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito? Corrado: – no
Angie: – Caffè?? Corrado: – senzaltro
Angie: – Non puoi vivere senza… Corrado: – …
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare Corrado: – una buona cena
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori Corrado: – top secret “i Purpitielli alla corrado”
Angie: – L’ultimo libro che hai letto? Corrado: – 999 l’ultimo custode
I Soliti Sospetti
Angie: – Un film? Corrado: – I soliti sospetti
Angie: – Hobby? Corrado: – modellismo
Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti? Corrado: – thor
Angie: – Dici parolacce? Corrado: – ogni tanto
Angie: – hai qualche rituale scaramantico, sei si’ quale? Corrado: – ce l’ho, ma per scaramanzia non lo dirò mai….
Angie: – Segui il calcio? La squadra per cui tifi?? Corrado: – Juventus
Angie: – La frase che dici più spesso? Corrado: – boh?
Angie: – Cosa invece ti dicono più spesso? Corrado: – boh?
Angie: – Qual è la cosa che ti fa più arrabbiare Corrado: – quando capisco che qualcuno mi sta mentendo
Angie: – Ti fidanzeresti con uno/a chef? Corrado: – sono sposato con una chef, non di professione, ma una grande chef
Angie: – Un piatto della tua infanzia Corrado: – i ravioli fatti in casa di mamma
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina? Corrado: – credo di si
Pizza nel forno a legna
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Corrado: – pizza margherita
Angie: – Tradizione o Innovazione Corrado: – tradizione ed innovazione
Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale? Corrado: – no
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico? Corrado: – nn saprei….
Grande Avventura 2011
Angie: – A quale piatto paragoneresti Berlusconi? e Di Pietro? Corrado: – Berlusconi – minestrone, Di Pietro insalata mista
Angie: – La cucina ha mai deluso le tue aspettative?? Corrado: – spesso
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita? Corrado: – la vita è una….carpe diem
Angie: – Dopo questa intervista, ti è venuta fame? Corrado: – si
Se per caso vi trovate in giro per la Costiera sorrentina, ed avete bisogno di un ottimo cicerone, un appassionato di storia, tradizioni e cultura locale, che vi faccia vibrare emotivamente con le sue parole, e vi faccia rivivere con l’immaginazione, la storia di gente comune che ha fatto conoscere al di là di Punta Campanella e della “Via Nuova” (la SS 145) Sorrento e dintorni, allora non potete fare a meno di conoscere lui: Lucio Esposito, una persona di alta elevatura morale, culturale e dotato di una grande diplomazia, Lucio, è una di quelle poche persone che riesce ad andare daccordo con tutti, le sue gradevoli passeggiate culturali sul territorio sono seguite da un gran numero di appassionati, dai giovanissimi, ai pensionati ed anche i piccini, anzi, Lucio tiene particolarmente al fatto che i bambini, partecipino alle sue iniziative istruttive ed educative, poichè, se noi adulti finiremo mai di imparare per le nuove generazioni è importante possedere una conoscenza del territorio in cui si vive, avendo la possibilità di visitarlo in lungo e largo magari, con qualcuno che lo conosca, e non solo, ma che te lo racconti con una grande e profonda passione, e, non lo dite in giro, ma se dovessi risposarmi (son troppo arguta per ricaderci 🙂 mi cercherei un uomo come il grande Lucio 🙂
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Lucio: – Tantissimo. Essere sempre sobri, alito fresco, niente eruttazioni tardo pomeridiane
Angie: – Quanto influisce la gastronomia nel tuo lavoro quotidiano, ti sei mai ispirata ad essa in quello che fai giornaliermente?? Lucio: – Progetto normalmente ambienti cucine e living pertanto produzione di pietanze e consumo di esse fanno parte del flusso delle azioni da compiere all’insegna ell’ergonomia
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene Lucio: – Equilibrio e armonia tra me e la pietanza e tra gli ingredienti che la strutturano
Angie: – Le tue esperienze lavorative? Lucio: – Una infanzia tra i migliori ristoranti della penisola degli anni 60 “Parrucchiano” “Cesare Augusto” e tanti altri Hotel.
Angie: – Se non avessi esercitato la professione che svolgi attualmente cosa ti sarebbe piaciuto fare? Lucio: – Hospitality manager in un grande albergo o su una nave da crociera
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove? Lucio: – ove c’è un minimo di conoscenza- approccio con il proprietario o il cuoco o i camerieri secondo l’occasione , lo Chef Vincenzo Galano per quelle imporanti, la Trattoria da Peppino per il pollo da mangiare con le mani
Angie: – Sei mai stata/o a dieta? Lucio: – Sì, per il controllo del colesterolo
Angie: – Meglio carne o pesce? Lucio: – Amo entrambe ma negli ultimi tempi sto dando preferenza al pesce
Millefoglie
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti? Lucio: – Millefoglie ( la stratificazione è sempre un mio pallino, dall’archeologia ai ricordi dell’anima o del cuore )
Angie: – Vino? Lucio: – Moderatamente rosso
Angie: – Il tuo punto debole Lucio: – gli insaccati
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa? Lucio: – L’asiago formaggio
Angie: – l’aspetto che ti attira di più del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? Lucio: – La pasta e i suoi tanti condimenti
Angie: – Quello che ti piace mangiare? Lucio: – La pasta Angie: – Come ti definiresti a tavola? Lucio: – Esigente
Angie: – Di cosa sei più golosa/o? E cosa proprio non ti piace? Lucio: – Tutto e niente , amo i cereali e i sapori forti a base di cipolla aglio e altri aromi un po in dismissione
Pesto nel mortaio
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, Ne hai uno preferito? Lucio: – Il pesto fresco
Angie: – Caffè?? Lucio: – Ho dovuto ridurre da circa 6 a 2 hag
Angie: – Non puoi vivere senza…
Lucio: – Pomodori in tutte le loro varietà Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper
Lucio: – Cucinare la cultura è alla base di tutto, una cena di classe certamente aiuta
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori ? Lucio: – Nessuna, “il primo medico di una famiglia è la cuoca “
Angie: – l’ultimo libro che hai letto? Lucio: – Italo Svevo di Mughini
Angie: – Il pezzo musicale che ti mette in moto i succhi gastrici… Lucio: – Le quattro stagioni di Vivaldi
Angie: – Hobby? Lucio: – Libri e arte in genere
Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti? Lucio: – Non saprei , ma mi trovo spesso a dare pomi d’oro a tante dee, e sto attento a non cadere in quelle scelte fatte da Pallade
Paul Rubens, Il giudizio di Paride, 1639
Angie: – Dici parolacce? Lucio: – A volte
Angie: – hai qualche rituale scaramantico, sei si’ quale? Lucio: – La grattatina contro il malocchio fa tanto non è vero ma ci credo
Angie: – La frase che dici più spesso? Lucio: – “ Faccio appello alla vostra …….. Intelligenza ……pazienza…
Angie: – Qual è la cosa che ti fa più arrabbiare Lucio: – La slealtà
Angie: – Ti fidanzeresti con uno/a chef? Lucio: – Mai fidarsi di un cuoco magro
Angie: – Un piatto della tua infanzia Lucio: – La pastina con il latte di mia nonna (oggi panna e zucchine, o la besciamella)
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste Anche in cucina? Lucio: – La cucina regionale non perderà mai le sue prerogative
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Lucio: – la pannocchia
Angie: – Tradizione o Innovazione Lucio: – Entrambe
Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale? Lucio: – Le cucine orientali sono ricche di saggezza e ingredienti a noi sconosciuti
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico? Lucio: – cannellone alla sorrentina ( solarità dei colori, diversificazione degli ingredienti)
Cannellone sorrentino, fiore all’occhiello de “Il Parrocchiano”
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo? Lucio: – Il territorio è sempre stata la mia passione, lo percorro in lungo e in lago con le varie associazioni della penisola sorrentina, senza mai mancare di coprire tutti e 5 sensi e quindi di proporre assaggi in relazione. La visita ai cisternoni di spasiano a sorrento è partita dalla pasticceria ove si gustava una meringa, in quanto l’intonaco finale delle grandi cisterne di epoca romana sono impastate col bianco d’uovo. La visita a Maxim Gorky a villa il Sorito (villa Serracapriola), tutti i partecipanti avevano in mano una fetta di torta caprese, dolce arrivato dall’est proprio con Gorky.
Angie: – A quale piatto paragoneresti Berlusconi? E Di Pietro? Lucio: – Ad una stomachevole cotoletta alla valdostana consumata in agosto, ad un pesce particolare come la tracena all’acqua pazza
Angie: – La cucina ha mai deluso le tue aspettative?? Lucio: – No
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Lucio Esposito
Lucio: – Attesa e speranza, che poi sono alla base di tutte le correnti di pensiero occidentali e orientali
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta. Lucio: – Approfondire la connessione tra amore come innamoramento e arte gastronomica , lasciando da parte , tutte quelle cose relative all’afrodisiaco. È bella la giovane sposa che prepara la tavola con cura particolare, o lui che sceglie un Brunello di Montalcino 85 per una serata speciale, ove non manca la candela al centro e fiori non da fioraio. Angie: – Dopo questa intervista, ti è venuta fame? Lucio: – Eh penso che mangerei qualcosa
Che sia indubbiamente un grande, non lo dico io, ma lo si vede in quello che fa, Luigi Somma da più di 10 anni svolge il suo lavoro con grande professionalità, passione e maestria alternandosi tra le due profumerie Mario Limone di Sorrento e Piano di Sorrento in sinergia con Gino Limone, sempre attento alle linee di moda e alle grandi innovazioni, ultima realtà nata dalla sua voglia di originalità nel proporre terapie e trattamenti non invasivi è il Beauty Center Mario Limone, nel quale Luigi ha il suo ruolo di esperto “Make-up artist”, ed io, posso essere una sua grande testimonial, visto che, per la foto nella vasca di pomodori, realizzata grazie al grande Umberto Astarita ed al supporto organizzativo dell’amica Carolina Ciampa, mi ha reso quasi più bella della mitica Anitona Ekberg simbolo della dolce vita felliniana, e solo con la magia delle sue mani e dei prodotti proposti dalla profumeria Mario Limone, che vi assicuro non sono stati assolutamente testati a Lorudes 🙂
Quando gli proposi la mia intervista Luigi, in un primo momento, rimase perturbato e commosso :-), poi mi disse: – Angie, ma io non so cosa dire...ed invece, il risultato è stato per me uno dei più divertenti mai sortiti, e vi dirò di più il buon Luigi, gastronomicamente è un uomo da sposare, fosse solo per i conchiglioni che sa preparare 🙂
Io e Luigi Somma in sala Make-up, prima della presentazione del libro "Le parole volano"
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Luigi: – è piuttosto importante perchè deve darmi la giusta energia per affrontare nel modo migliore la giornata.
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirato a qualcosa di gastronomico? Luigi: – si, quando ho truccato la cara Angie immersa nella vasca di pomodori,la scelta dei colori applicati sul suo viso erano in sintonia con la natura:labbra rosse come il pomodoro e gli occhi con il verde come il basilico,colorito chiaro come la mozzarella…una perfetta “caprese”.
angie nella vasca di pomodori
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene Luigi: – alzarmi da tavola e non desiderare altro.
Angie: – Le tue esperienze artistiche e lavorative? Luigi: – lavoro in profumeria da 12 anni e sono make up artist da circa 10 anni
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove? Luigi: – non vado sempre negli stessi posti, amo provare cucine diverse.
Angie: – Sei mai stato a dieta? Luigi: – una vera e propria dieta no, periodi di attenzione maggiore in quel che mangio si
Angie: – Meglio carne o pesce? Luigi: – entrambi,non ho preferenze.
Tiramisù
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti? Luigi: – magari un Tiramisù.
Angie: – Vino? Luigi: – si, grazie!
Angie: – Il tuo punto debole Luigi: – la frittura.
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa? Luigi: – formaggio nel frigo e pasta nella dispensa.
Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? Luigi: – l’aspetto che più mi attira nel cucinare è la condivisione che ne verrà poi,il mio piatto forte sono i conchiglioni ripieni
Angie: – E quello che ti piace mangiare? Luigi: – risotto alla pescatora
Angie: – Come ti definiresti a tavola? Luigi: – una buona forchetta
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai Luigi: – quella ideale cornetto e cappuccino al bar, quella che invece faccio è una tazza di latte, qualche biscotto e un caffè…tutto di corsa
Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace? Luigi: – sono goloso di patatine fritte e pizza,mentre proprio non mi piacciono:pasta e patate, piselli e cavolfiore.
Basilico
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito Luigi: – il magico profumo di basilico
Angie: – Limone o aceto? Luigi: – aceto…balsamico
Angie: – Non puoi vivere senza… Luigi: – la pizza
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare Luigi: – esiste sicuramente un legame,ti dirò di più dimmi cosa mangi e ti dirò come fai l’amore! Per sedurre una donna penso che sia importante portarla fuori a cena ma anche essere in grado di sorprenderla cucinando qualcosa per lei.
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori Luigi: – Beh i miei conchiglioni ripieni ingredienti per 4/5 persone:
– 500g di cochiglioni rigati,
– 3 melenzane,
– 300g di salsiccia,
– 200g di mozzarella,
– 200g di provola,
– parmigiano grattuggiato q.b.,
– basilico,
– sugo di pomodoro
Conchiglioni ripieni
Esecuzione:
Per prima cosa preparate un sugo leggero, poi friggete le melenzane dopo averle tagliate a dadi. Friggete anche la salsiccia, ed appena questa sarà cotta amalgamatela con le melenzane, la mozzarella e provola ed il parmigiano grattuggiato e lasciate riposare. Cuocete i conchiglioni e scolateli al dente e lasciateli raffreddare.Riempiteli con il composto e poneteli in una teglia, ricopriteli con il sugo metteteli al forno per una decina di minuti a 200gradi. Aggiungete il basilico ed altro parmigiano….poi fatemi sapere!!!!
Angie: – L’ultimo libro che hai letto? Luigi: – La grande storia di Padre Pio
Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici… Luigi: – E…di Vasco ovviamente,….e se mordo una fragola mordo anche te
Angie: – Hobby? Luigi: – Calcio
Angie: – Se fossi un personaggi mitologico chi saresti?
William Bouguereau “Giovane si difende da Eros”, 1880
Luigi: – Eros…il Dio dell’amore
Angie: – Qual è il sogno più grande? Luigi: – vedere realizzati i miei figli.
Angie: – Cosa ti dicono più spesso? Luigi: – che sono un gentiluomo.
Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoca? Luigi: – certamente!anche con una cameriera o una direttrice di sala…..non ditelo a mia moglie però!
Angie: – Un piatto della tua infanzia Luigi: – la cotoletta
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina? Luigi: – si
Pulcinella emblema degli spaghetti con il pomodoro
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Luigi: – spaghetti con pomodoro e basilico e come testimonial pulcinella che li mangia con le mani
Angie: – Dopo la cucina italia, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale? Luigi: – la cucina giapponese
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo? Luigi: – l’extenscion delle ciglia
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico? Luigi: – agrodolce
Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi? e Di Pietro? Luigi: – Berlusconi:la Puttanesca, Di Pietro non saprei.
Angie: – La cucina ti ha mai tradito? Luigi: – almeno lei spero di no…
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita? Luigi: – Se puoi sognarlo puoi farlo
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta. Luigi: – ma la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio la vita? i sogni aiutano a vivere con più forza….
Nel 2007 a vincere il premio campiello è un romanzo interamente ambientato nel sud Italia, in una regione ricca di tradizioni e cultura, la basilicata, il romanzo si intitola “Mille anni che
Mille anni che sto qui
sto qui” e l’autrice è Mariolina Venezia, nata a Matera nel 1961
E’ la saga di una famiglia lucana, una sorta di cento anni di solitudine, ma tutto italiano, quella storia mi ha incantata: Candida, nipote di Concetta, figlia di Albina, madre di Alba, nonna di Gioia, donne che lottano e fanno sentire la loro voce in una società maschilista in cui l’uomo è quello che conta, e sono loro le protagoniste di questo gran bel romanzo che vi consiglio di leggere e ceh è stato tradotto anche in francese nel 2008 J’ai vécu mille ans. Dopo sono arrivati, Altri miracoli, Torino, Einaudi, 2009, Come piante tra i sassi, Torino, Einaudi, 2009, Rivelazione all’Esquilino, Roma, Nottetempo, coll.Gransassi, 2011, Da dove viene il vento, Torino, Einaudi, coll.I coralli, 2011.
Ma per maggiori informazioni su Mariolina vi invito a visitare la sua pagina su wikipedia Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro? Mariolina: – Conterebbe….
Angie: – Quanto influisce la gastronomia nel tuo lavoro giornaliero, ti sei mai ispirata ad essa in quello che fai
quotidianamente?? Mariolina: – Influire è troppo. Però di cibo, più che di gastronomia, parlo nei miei libri, in un modo o nell’altro. Come parlo di altre cose legate ai sensi.
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene Mariolina: – Mangiare qualcosa che soddisfi il palato ma mi faccia anche star bene, senza appesantirmi.
Mariolina Venezia
Angie: – Le tue esperienze lavorative? Mariolina: – Tantissime. Da cameriera in un locale, a baby sitter, segretaria, vendemmiatrice. Spesso sono stata licenziata perché ero negata… Anche però aiuto regista, giornalista, documentarista. Una volta ho fatto perfino la cuoca su un set. E’ andata benissimo.
Angie: – Se non avessi esercitato la professione che svolgi attualmente
cosa ti sarebbe piaciuto fare? Mariolina: – L’archeologa. Possibilmente subacquea.
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove? Mariolina: – Proprio uno specifico no. Però ho un debole per le bettole dove si mangia bene, come ce ne sono a Palermo o a Istambul.
Angie: – Sei mai stata/o a dieta? Mariolina: – Sì, qualche volta ci ho provato, da adolescente, ma la trovo una cosa stupida. Penso che basti ascoltare il proprio corpo per capire il modo corretto di nutrirsi. Magari avendo anche qualche nozione sugli alimenti e adottando uno stile sano. Ma la dieta no. E’ ipocrita. Presuppone che se non fossi a dieta ci daresti dentro con tutt’altro. E’ un segno di poca armonia con se stessi. Almeno, io la penso così…
Angie: – Meglio carne o pesce? Mariolina: – Pesce.
Charlotte alle pere
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti? Mariolina: – Una charlotte di pere. Esiste?
Angie: – Vino? Mariolina: – Vino?! Che vino sarei? Boh.
Angie: – Il tuo punto debole Mariolina: – Il tallone, come Achille.
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa? Mariolina: – Qualcosa che mi sono dimenticata.
Angie: – L’aspetto che ti attira di più del fare da mangiare e se c’è un
piatto che ti piace cucinare di più in assoluto? Mariolina: – Sperimentare nuovi abbinamenti. Mi piace cucinare piatti lunghi e laboriosi. La paella, per esempio, ma lo faccio molto molto raramente.
Angie: – Quello che ti piace mangiare? Mariolina: – Frutti di mare. Possibilmente crudi.
Angie: – Come ti definiresti a tavola? Mariolina: – Una trasgressiva moderata.
Angie: – Di cosa sei più golosa/o? e cosa proprio non ti piace? Mariolina: – Frutti di mare e molluschi. Le cose che non mi piacciono: cibi da fast food.
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Aneto in fiore
Mariolina: – Quasi tutti. Con un debole per l’aneto.
Angie: – Caffè?? Mariolina: – Sì sì sì. Ma non dopo mezzogiorno.
Angie: – Non puoi vivere senza… Mariolina: – La poesia. Anche nel cibo.
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te
conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper
cucinare Mariolina: – Come no. Nella seduzione conta il saper riconoscere e gustare ciò che i sensi comunicano, nel caso della cucina le sfumature, le armonie, gli accordi e i disaccordi dei sapori. Saper anche cucinare è una cosa in più.
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori Mariolina: – Andate al ristorante quando non avete voglia di cucinare.
Angie: – L’ultimo libro che hai letto? Mariolina: – “L’assassino” di Simenon.
Angie: – Il pezzo musicale che ti mette in moto i succhi gastrici… Mariolina: – La musica barocca in generale.
Angie: – Un film? Mariolina: – Chocolat? No. Il pranzo di Babette? No. Come l’acqua per il cioccolato? No. Non lo so.
Angie: – Hobby? Mariolina: – Pormi problemi di difficile soluzione.
Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti? Mariolina: – Calipso. O Ulisse.
Angie: – Dici parolacce? Mariolina: – Qualcuna. A volte me lo impongo, per coloritura.
Angie: – hai qualche rituale scaramantico, sei si’ quale? Mariolina: – Evitare la superstizione. La trovo limitante.
Angie: – Segui il calcio? La squadra per cui tifi?? Mariolina: – No, assolutamente. Non tifo.
Angie: – La frase che dici più spesso? Mariolina: – Cerco di variare. Temo la noia.
Angie: – Cosa invece ti dicono più spesso? Mariolina: – Boh, non lo so. Forse che sono egocentrica?
Angie: – Qual è il tuo sogno più grande? Mariolina: – Non aver bisogno di sogni.
Angie: – Qual è la cosa che ti fa più arrabbiare Mariolina: – La mancanza di sincerità.
Angie: – Ti fidanzeresti con uno chef? Mariolina: – Di corsa (non pensare che sia la frase che dico più spesso, è solo la seconda volta che la uso)
Crema di Riso
Angie: – Un piatto della tua infanzia Mariolina: – La crema di riso.
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina? Mariolina: – Sta lì la ricchezza.
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Mariolina: – Gli spaghetti al pomodoro. Ma personalmente li detesto.
Angie: – Tradizione o Innovazione Mariolina: – Innovazione basata sulla tradizione.
Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale? Mariolina: – Ehhh. La turca, la coreana, la giapponese, la cinese (non quella che si mangia in Italia, eh).
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico? Mariolina: – Temperatamente audace.
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo? Mariolina: – Diversi libri, un film, cercare di mettere delle veneziane in cucina.
Mariolina Venezia
Angie: – A quale piatto paragoneresti Berlusconi? e Di Pietro? Mariolina: – Berlusconi meglio non dirlo, potrebbe risultare disgustoso. Di Pietro… una trippa alla romana.
Angie: – La cucina ha mai deluso le tue aspettative?? Mariolina: – Sì, quando è nouvelle.
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita? Mariolina: – Vivere.
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e
datti una risposta. Mariolina: – No, dai.
Angie: – Dopo questa intervista, ti è venuta fame? Mariolina: – Sono le nove e mezza del mattino. Ancora no.
El Greco – San Martino e il mendicante – National Gallery , Washington
Mi fa particolarmente piacere scrivere di San Martino, poichè questo è il nome del mio trisavolo, che da Siena venne qui in penisola sorrentina a lavorare al Dazio, si chiamava Martino Soldatini, e tutti i Soldatini che risiedono qui in penisola sorrentina, son tutti parenti, suoi discendenti. Molte le tradizioni non solo gastronomiche, ma di proverbi e poesie legate al culto di questo santo, ma anche canzoni, ricordiamo che Fiorello qualche anno fa portò in musica la famosissima poesia di Giosuè Carducci: San Martino Per San Martino, ogni mosto diventa vino, questo e’ tra modi di dire quello più popolare.
Martino, nasce in Pannonia, l’attuale Ungheria, figlio di un ufficiale romano e, si convertì al cristianesimo quando il padre si trasferi’ a Pavia
Anche qui, galeotto fu il Laboratorio di Scrittura Umoristica “Achille Campanile” e lo zio Pino (al secolo Pino Imperatore), una grande palestra per la scrittura umoristica ma soprattutto di vita, chiunque passa da li, non puo fare a meno di vivere, respirare e trasmettere l’emozione che si percepisce e, che penetra nel profondo dell’anima di una persona, penserete che in fondo si tratta solo di un “Laboratorio di scrittura”, questo poi, addirittura umoristico, embè che fa? La gioia di vivere, il coinvolgimento, i vincoli affettivi che ci tengono uniti, arrivano attraverso la comicità ed il voler